Programma regionali 2025
Valle d’Aosta Aperta è un ambizioso e innovativo progetto politico nato nel 2022 dal lavoro unitario di Area Democratica Gauche Autonomiste, Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d’Aosta e Movimento 5 Stelle.
Dopo anni di riunioni, banchetti, manifestazioni per la Pace, raccolte firme su urgenti temi politici e sociali, di recente anche il Partito della Rifondazione Comunista e Risorgimento Socialista hanno deciso di dare il loro contributo e unirsi al progetto.
Valle d’Aosta Aperta è un gruppo politico che unisce forze progressiste, movimenti di cittadine e cittadini attivi per un fondamentale compito comune: costruire una Valle d’Aosta più libera, giusta e sostenibile in cui ogni persona possa trovare i suoi spazi, anche fisici, e la sua dimensione ed essere autenticamente sé stessa.
Le radici comuni affondano nei valori, condivisi nel profondo, della Resistenza, dell’Antifascismo e della Costituzione italiana, difesi e consolidati in quasi 80 anni con le conquiste delle lotte per i diritti del lavoro e i diritti sociali e umani.
Riteniamo che con la destra illiberale, xenofoba, misogina, omofobica e ultraliberista non sia possibile alcuna forma di governo, nemmeno straordinaria.
Tutti noi di Valle d’Aosta Aperta siamo fermamente convinti che solo una società capace di mettere al centro l’essere umano, l’ambiente e la giustizia possa affrontare con successo le complesse sfide del nostro tempo: dalla crisi climatica che richiede una seria presa in carico alla precarietà del lavoro in particolare giovanile e femminile, dalla spinta autoritaria nelle pericolose derive politiche in atto alle disuguaglianze sociali sempre più estreme.
Crediamo che sia irrinunciabile una sanità pubblica, universale e di qualità, che garantisca cure tempestive e accessibili a tutte e tutti, contrastando le disuguaglianze territoriali e di classe.
Allo stesso modo, vogliamo un sistema educativo che sia gratuito, inclusivo e innovativo, capace di offrire pari opportunità e di formare cittadine e cittadini liberi, critici e consapevoli.
L’Autonomia speciale della Valle d’Aosta è per noi uno strumento per promuovere democrazia, partecipazione e responsabilità, non certo un privilegio da continuare a gestire nell’opacità e nel clientelismo.
Restiamo contrari rispetto all’autonomia differenziata, strumento che promuove una secessione dei ricchi e diritti diseguali tra i cittadini e le cittadine della Repubblica.
Crediamo in un’autonomia viva, partecipata ed efficace per tutta la comunità, dove cittadine e cittadini tornino ad essere protagonisti del loro avvenire.
Vogliamo una riforma del sistema delle autonomie locali che rafforzi il ruolo dei Comuni e delle Unités des Communes. Non è più rimandabile una vera riorganizzazione degli enti locali che ne incentivi la fusione, garantisca efficienti servizi pubblici di prossimità e preveda risorse certe a inizio legislatura, e non in fase di assestamento o variazione di bilancio, che permettano agli enti una vera programmazione. Nell’ambito di una riforma degli enti locali è importante riorganizzare l’amministrazione, ridando centralità e valorizzando tutto il personale in servizio, in accordo con le parti sociali.
Segretari comunali, amministrativi, tecnici, cantonieri e agenti di polizia locale – per cui è opportuno valutare una riorganizzazione del servizio a livello di Unité – in questi anni hanno subito pesanti modifiche contrattuali senza la necessaria condivisione con le parti sociali e senza la necessaria attenzione alla promozione dei servizi per i cittadini.
La Regione Valle d’Aosta deve valorizzare i suoi strumenti legislativi e amministrativi, rispettando e potenziando il ruolo centrale del Consiglio regionale e della Commissione paritetica
Occorre una netta separazione tra la funzione politica e la gestione: le nomine nelle società partecipate devono avvenire attraverso regolari concorsi secondo criteri di trasparenza e competenza, e non con logiche di spartizione.
Vogliamo altresì promuovere la laicità nelle Amministrazioni pubbliche.
La lotta alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose è per noi prioritaria: servono regole stringenti sulla trasparenza e l’accessibilità ai dati pubblici da parte della cittadinanza e un rinnovato impegno collettivo per vigilare e denunciare. L’Osservatorio regionale permanente sulla legalità e criminalità organizzata e di tipo mafioso non ha fatto nulla di più di un’attività formativa ed informativa, è necessario invece monitorare il fenomeno e adottare politiche attive volte ad un reale cambiamento.
Ribadiamo con forza che la salute è un diritto umano fondamentale e che la sanità deve rimanere pubblica, universale e gratuita. È indispensabile a tal fine migliorare l’organizzazione dell’Azienda USL Valle d’Aosta, investire sul personale e sulla sua formazione costante, sui presidi di medicina territoriale, rafforzare l’assistenza domiciliare, integrare i servizi sanitari e sociali per una presa in carico precoce e globale della persona in situazione di difficoltà, dipendenza, emergenza, malattia e/o di anzianità e migliorare il sistema sanitario anche attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative quali la telemedicina. Particolare attenzione va dedicata al supporto psicologico e psichiatrico della cittadinanza, in particolare giovanile, e vanno implementati gli interventi di screening e ogni possibile azione volta alla prevenzione del suicidio.
È necessario un ospedale nuovo progettato secondo criteri ecologici, trasparenti e senza sprechi fuori dalla città e dal traffico
Il Welfare va ripensato per essere davvero giusto e inclusivo: bisogna sostenere le famiglie, garantire servizi a bambini e bambine, anziani e anziane, valorizzare chi si prende cura delle/degli altri e assicurare protezione alle persone fragili, con disabilità o vittime di violenza.
Le strutture socio-assistenziali, i centri educativi assistenziali e il sostegno scolastico non possono essere demandati ad un nuovo ente strumentale che tolga competenze alla Regione senza offrire soluzioni e che penalizzi ulteriormente lavoratrici e lavoratori e che porti al peggioramento dei servizi rivolti alle persone più fragili della nostra comunità. Chi svolge lo stesso lavoro deve poter rivendicare le stesse condizioni contrattuali, la possibilità di godere delle stesse indennità e dei medesimi diritti, senza penalizzare altri lavoratori e lavoratrici.
L’indennità di attrattività e la deroga sul francese, oggi pensate per aumentare sul nostro territorio la presenza di medici e infermieri, devono essere rafforzate ed estese alle altre figure professionali.
Va promossa solidarietà con chi subisce situazioni di povertà e precarietà, prevedendo strumenti di ammortizzazione sociale come il reddito di cittadinanza/inclusione, aggiornato e reso più efficace in stretto collegamento con le politiche del lavoro e della formazione, il salario minimo, il ripristino del bon de chauffage o di una misura strutturale a sostegno delle famiglie fragili, l’ampliamento di programmi di attività socialmente utili, una rimodulazione più equa e solidale della tassazione Irpef regionale, dei costi relativi alla bolletta dell’energia e dei trasporti pubblici e privati.
È necessario lavorare per la liberazione, in particolare dei giovani, dalle dipendenze di qualsiasi genere implementando le attività di formazione, con particolare attenzione al fenomeno in crescita della ludopatia.
Non intendiamo demonizzare il consumo di cannabis che, a nostro avviso, andrebbe legalizzato allo scopo, soprattutto, di contrastare le organizzazioni criminali che, anche in Valle d’Aosta, sono attive e favorire invece i piccoli imprenditori, spesso giovani agricoltori, che investono in un’attività produttiva con interessanti applicazioni terapeutiche. Sappiamo bene che gli effetti dell’alcol sono molto più devastanti di quelli della cannabis, ma culturalmente esso è accettato e assai diffuso, mentre servirebbe una maggiore consapevolezza sulle ricadute del suo uso eccessivo, oltre che sulla salute, in termini anche di disagio e violenza familiare.
Un’attenzione particolare va dedicata al carcere di Brissogne, dove la carenza di organico della polizia penitenziaria come recenti episodi di ribellione e suicidi hanno messo in luce una situazione di forte disagio. È urgente favorire il lavoro della polizia penitenziaria, a cominciare dall’offerta di alloggi e dall’estensione dell’accordo siglato tra la Regione e il Ministero della Giustizia per potenziare gli organici degli uffici giudiziari, e, allo stesso tempo, istituire uno sportello per i detenuti, implementare le attività rieducative e formative.
Siamo stati promotori di una proposta di Legge sul fine vita che raccoglie la chiara volontà, espressa da tanti valdostani nella raccolta firme per il Referendum, in merito al suicidio medicalmente assistito che ridia dignità alla vita in presenza di sofferenze insostenibili e anche nella prossima legislatura continueremo a sostenere questo importante diritto.
Vogliamo una scuola pubblica più inclusiva, attrezzata e valorizzata. La lotta alla dispersione scolastica, alle classi troppo numerose, il sostegno alle/agli studenti in difficoltà, la formazione permanente accessibile a tutti e tutte sono obiettivi da porre al centro dell’agenda politica. Nonostante i preoccupanti dati sul calo demografico – legati anche a una visione ostile dei fenomeni migratori, che andrebbero sapientemente incanalati anziché ostacolati – riteniamo che sia indispensabile continuare ad investire sulla sicurezza delle strutture scolastiche, sia nella città di Aosta che negli altri poli, in particolare su laboratori, dotati di personale tecnico, e su palestre da sempre carenti più vicine alle scuole.
Particolare attenzione deve essere riservata agli alunni in difficoltà garantendo loro le stesse opportunità e una migliore qualità dei servizi, a partire dal sempre più indispensabile supporto psicologico. Una scuola inclusiva è un grande investimento per il futuro. È necessario prevedere un nuovo contratto per gli operatori di sostegno che valorizzi questa figura professionale e che aiuti maggiormente le famiglie. Nell’orario di lavoro deve essere ricompreso il tempo mensa anche per gli alunni della scuola primaria e secondaria che ne hanno necessità come più volte chiesto dai Sindaci e dalle famiglie. Si deve inoltre perseguire l’obiettivo di un contratto stabile che ricopra anche i mesi estivi.
Nella riorganizzazione del sistema scolastico vanno introdotti meccanismi per rendere l’organico di diritto più vicino all’organico di fatto, per contare gli alunni fuori zona, per valorizzare le diverse sperimentazioni, per supportare maggiormente le segreterie scolastiche, per stabilizzare il personale docente precario e permettere l’accesso alla formazione della piattaforma SOFIA.
Non si può aspettare lo Stato per una vera riforma del sistema scolastico professionale tenuto conto delle nostre competenze, come bisogna superare il numero chiuso per diversi indirizzi professionali. Particolare attenzione deve essere rivolta alle Istituzioni ad elevata complessità.
L’efficiente sistema bibliotecario valdostano va mantenuto nel tempo e sostenute le forme di collaborazione, già avviate, tra le preziose biblioteche dislocate nei paesi.
Vanno incrementati il Centro Regionale per l’Istruzione degli Adulti (CRIA) e la popolare Università della Terza età.
Deve essere potenziata l’offerta dell’Università della Valle d’Aosta rafforzando i corsi già esistenti, tenendo conto della scarsa continuità del percorso di laurea magistrale che costringe gli studenti e le studentesse ad una formazione parziale che porta loro ad orientarsi verso le Regioni limitrofe: questo rappresenta un vuoto formativo da colmare. Valorizzare le collaborazioni con atenei italiani e internazionali e rendere attiva la collaborazione con il Ministero degli Affari esteri, garantendo così un’università più attrattiva per studenti di tutte le regioni italiane e stranieri e, allo stesso tempo, libera da ingerenze politiche modificando i criteri di elezione di Rettore/Rettrice dell’Università della Valle d’Aosta e predisponendo azioni volte alla separazione tra potere politico e autonomia universitaria che siano in linea con i migliori modelli europei, valorizzando l’Università come centro indipendente di ricerca e formazione per lo sviluppo della Valle d’Aosta. Vanno mantenute e implementate tutte le forme di sostegno allo studio per le famiglie in difficoltà economica.
Il prestigioso Istituto musicale pareggiato della Valle d’Aosta / Conservatoire de la Vallée d’Aoste, istituito con la legge di riforma dei Conservatori italiani 1999 al fine di assolvere al meglio la missione istituzionale affidata loro dalla Costituzione, deve continuare ad essere sostenuto e governato esercitando le prerogative amministrative date dalle norme di attuazione, cosa assolutamente mancata negli ultimi anni.
Tutto il ricco e diversificato patrimonio musicale, teatrale e, più in generale, culturale, della Valle d’Aosta deve essere protetto e valorizzato, investendo in accessibilità, conservazione e innovazione digitale, in opere di restauro: la cultura è un diritto di tutte e tutti, un motore di sviluppo e di coesione sociale, essa va sempre sostenuta nella sua dimensione diffusa, radicata nel territorio, partecipata.
L’artigianato locale deve continuare ad essere valorizzato presso le nuove generazioni e vanno promosse tutte le manifestazioni dedicate.
Chiediamo investimenti nello sport in tutte le sue possibili varianti, nella socialità giovanile, nella creatività e nell’arte: per una Valle d’Aosta in cui giovani donne e uomini possano restare, vivere e costruire il proprio futuro.
Riteniamo fondamentale creare dei percorsi formativi e lavorativi mirati per i giovani che non studiano e non lavorano (NEET), offrendo opportunità concrete di crescita, competenze digitali e sostegno all’imprenditoria giovanile.
La Valle d’Aosta ha da tempo perduto la propria vocazione industriale. Esistono tuttavia sul territorio numerose esperienze e saperi che devono essere salvaguardati e aiutati a consolidarsi. Occorre un piano industriale e un grande piano di investimenti pubblici: non bastano interventi una tantum per impedire o ritardare la chiusura di questo o quello stabilimento. Serve una visione di come l’industria possa svilupparsi nel contesto locale, di quali settori promuovere, di come associare tutela dell’ambiente e sviluppo industriale. La Valle d’Aosta ha bisogno di un nuovo modello di sviluppo, incentrato sulla sostenibilità, sull’innovazione e sulla dignità del lavoro. Proponiamo un piano per l’occupazione stabile, soprattutto per i giovani e le donne, e un sostegno deciso all’impresa responsabile, cooperativa, sociale.
Occorre porre la massima attenzione, viste le potenzialità presenti sul territorio, sulla promozione dell’insediamento di settori ad alta intensità energetica e a basso impatto ambientale, in grado di occupare forza lavoro altamente qualificata (informatica, hi-tech, web, clouding, data center), lavorando all’integrazione sistemica tra queste realtà produttive e il settore dell’alta formazione regionale, favorendo inoltre il ruolo pubblico di Cva in quanto gestore di una risorsa fondamentale per lo sviluppo di scelte industriali con importanti risvolti qualitativi e quantitativi sull’occupazione valdostana.
Va rilanciata l’industria verde e circolare, con incentivi per la digitalizzazione e la transizione ecologica delle PMI, dove la ricerca e l’innovazione risultano fondamentali. A tale scopo l’accesso ai fondi europei va supportato da équipe specializzate nella pubblica amministrazione che collaborino con le PMI. È necessario investire in percorsi di formazione sull’Intelligenza Artificiale per cittadini, imprese e pubblica Amministrazione, con particolare attenzione all’aggiornamento professionale dei lavoratori.
Serve superare la logica delle start-up per pensare anche a come impedire che le aziende coltivate sul territorio scelgano poi altri luoghi per la loro fase di post-incubazione. Più attenzione ai servizi d’impresa, alle fasi di ingegnerizzazione del prodotto, alle infrastrutture e al ruolo proattivo del sistema pubblico, sia in termini di indirizzo che di gestione dei processi e degli investimenti.
Crediamo che il ruolo del governo regionale non sia solo quello di intervenire nei momenti di crisi industriale, ma di operare in modo proattivo per prevenirli.
Il lavoro è un diritto sancito dalla Costituzione e la Valle d’Aosta deve dotarsi di una politica industriale seria, che si affianchi a quella turistica e agricola per assicurare una pluralità di sbocchi lavorativi a tutta la popolazione valdostana, con azioni anche a livello di governo nazionale.
È necessario implementare specifici strumenti per mantenere sul territorio l’occupazione e le competenze in caso di crisi aziendali che comportino la chiusura o la delocalizzazione dell’impresa, aumentando il potere dei lavoratori nella gestione e nel controllo delle dinamiche economiche. Per questo occorre mettere a punto una legge regionale sul recupero di impresa da parte dei lavoratori, il workers buyout, a partire dalla legge Marcora 49/85, per la gestione sul territorio valdostano dei fondi statali a supporto delle operazioni per la riconversione cooperativa delle aziende in fallimento e la loro eventuale integrazione tramite programmi specifici. La possibilità di esercitare il diritto di prelazione e valutare il recupero dell’impresa da parte dei lavoratori deve essere valutata in ogni procedura fallimentare con il supporto di uno specifico comitato tecnico, e l’opportunità dell’accesso ai fondi deve entrare a far parte delle procedure standard di gestione di ogni crisi aziendale, con lo sviluppo di strumenti di supporto, strutturati su più livelli e coordinati tra le varie istituzioni, finalizzati ad accompagnare i lavoratori lungo il processo di riconversione cooperativa (supporto nelle fasi iniziali di valutazione, supporto per la stesura di un business plan, sostegno nelle fasi di acquisto, supporto per la formazione e riqualificazione dei lavoratori).
Maggioranza e governo inoltre hanno finora ignorato il tema dello smart working, molto sentito dalle lavoratrici e dai lavoratori. Al fine di aggiornare la legge vigente, stiamo lavorando ad una proposta di legge con cui vogliamo equiparare i lavoratori da remoto a quelli in presenza e potenziare il diritto alla disconnessione. Proteggere il benessere psico-fisico e l’equilibrio tra vita privata e lavoro è un obiettivo imprescindibile. E più lavoro agile significa anche maggiori benefici per l’ambiente.
Continuerà il nostro impegno per portare all’equiparazione contributiva e previdenziale il Corpo valdostano dei Forestali e dei Vigili del Fuoco, garantendo a questi ultimi autonomia e valutando il loro ritorno nel Corpo nazionale. Va supportata e rafforzata l’organizzazione della Protezione civile.
Deve essere sostenuta un’agricoltura che punti alla qualità dei prodotti locali e incentivi produzione e commercio a chilometro zero. Dobbiamo prenderci cura del paesaggio e della salute del suolo, del mantenimento delle specie in via di estinzione o tipiche del nostro territorio, della coabitazione con altre specie e di fare tesoro dei saperi della tradizione alpina. Occorre rivalutare le piccole realtà produttive, che integrano altre attività economiche e che potenzialmente possono diventare aziende agrituristiche o imprese turistiche con attività agricole collegate. Nondimeno vanno consolidate e sostenute anche le più solide aziende zootecniche e vitivinicole esposte alle violente fluttuazioni economiche e regolamentari della globalizzazione. Tutto il settore agricolo ha bisogno di essere finanziato per avviare nuove modalità produttive che favoriscano il riciclo e il riuso.
Deve essere valorizzato l’artigianato di tradizione come elemento identitario e motore culturale della Valle d’Aosta, accompagnandone l’evoluzione storica e il ricambio generazionale; rafforzare gli strumenti di sostegno alla creatività e alla qualità, incentivando una produzione artigianale innovativa e al tempo stesso radicata nelle tradizioni; promuovere una diffusa cultura della produzione artigianale, capace di coniugare tradizione, arte e nuove competenze.
Valorizzare la Fiera di Sant’Orso e le fiere collegate, premiando i prodotti di maggiore qualità e legandoli sempre di più al settore turistico, oggi pilastro dell’economia valdostana.
Difendiamo il reddito di cittadinanza, strumento da migliorare ma non da smantellare: serve a garantire dignità e opportunità a tutte e tutti, non assistenzialismo.
I diritti dei lavoratori e delle lavoratrici vanno garantiti, così come il contrasto al precariato, la sicurezza nei luoghi di lavoro e la prevenzione delle morti sul lavoro. È necessario prevedere che, in qualsiasi appalto pubblico, vi sia una clausola che impone un salario minimo garantito non inferiore a 9 euro lordi l’ora, in base al costo della vita.
La gestione delle strutture come il Casinò e il Saint-Vincent Resort & Casinò non dovrà più gravare sui bilanci pubblici: i contribuenti valdostani devono essere tutelati da ulteriori esborsi.
Per questo intendiamo sostenere l’avvio di una gara pubblica che affidi la gestione a operatori privati qualificati, nel rispetto dei principi di trasparenza e concorrenza.
Allo stesso tempo, riteniamo fondamentale introdurre un principio di buona amministrazione che valga non solo per il Casinò e il Saint-Vincent Resort & Casinò, ma anche per le società degli impianti a fune: una quota degli utili dovrà essere obbligatoriamente accantonata e destinata a futuri investimenti, così da garantire stabilità finanziaria, innovazione e sviluppo sostenibile nel tempo.
Maggiore attenzione e controllo deve essere rivolto al rispetto dei contratti, evitando premialità e promozioni fuori da percorsi pubblici e trasparenti.
Il nostro impegno per il clima non è ideologico, ma indispensabile. La Valle d’Aosta è tra i territori più colpiti dalla crisi climatica: lo scioglimento dei ghiacciai, la perdita di biodiversità e l’aumento degli eventi estremi lo dimostrano con grande evidenza. Vanno quindi studiate, con serietà e urgenza, tutte le possibili forme di resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici.
Proponiamo una Legge regionale sul Clima e la Biodiversità, con obiettivi vincolanti di decarbonizzazione al 2040 e consistenti investimenti sulle energie rinnovabili, l’efficientamento energetico e la riduzione dei consumi e degli sprechi. Deve essere accompagnato il processo globale di decarbonizzazione in tutti i settori al fine di contenere le emissioni che alterano il clima. Vanno valorizzate le risorse idroelettriche, solari ed eoliche del nostro territorio. Il fotovoltaico va utilizzato in modo diffuso, ma evitando il consumo di suolo.
L’acqua è un bene comune della Valle d’Aosta, contribuisce a creare l’identità della regione. Non può essere privatizzato, per il profitto di pochi. Con oltre l’80 per cento di acque già interessate da impianti, i tratti di Dora e i torrenti non ancora sfruttati da concessioni idroelettriche vanno preservati e valorizzati sul piano ambientale e turistico. Con questo spirito, siamo contrari a impianti come la nuova centralina di Morgex. Vanno semmai modernizzati e resi più efficienti gli impianti esistenti.
Un efficace Piano regionale di Tutela delle acque è indispensabile e per questo le future delibere attuative devono essere maggiormente condivise come la realizzazione di nuovi bacini artificiali che devono innanzitutto rispondere alle esigenze dell’uso irriguo e potabile
La Compagnia Valdostana delle Acque (CVA) deve essere uno strumento della politica energetica regionale per la transizione ecologica
Va contrastato con decisione il modello del capitalismo estrattivista e sfruttatore dell’ambiente.
Difendiamo il patrimonio naturale, il Parco nazionale del Gran Paradiso e regionale del Mont Avic, tutte le riserve naturali e i siti Natura 2000, come quello iconico del Vallone delle Cime Bianche, da progetti impattanti, costosi e inutili. Si devono evitare nuovi collegamenti stradali intervallivi, come quello del Col Ranzola e del Nivolet o progetti invasivi come quello proposto per la Valnontey.
Va sviluppato un nuovo modello di turismo sostenibile, culturale, naturalistico ed enogastronomico, spalmato su tutto l’anno e non solo stagionale. Oltre allo sci di discesa e di fondo, vanno sostenuti l’escursionismo, l’alpinismo, la mountain bike, il rafting e tutte le tipologie di attività outdoor che non siano dannose per l’ambiente e le altre specie viventi come, ad esempio, l’eliski.
Vi sono specie a rischio di estinzione in molte regioni d’Europa per le quali le principali minacce sono proprio i cambiamenti climatici insieme alla caccia. In particolare queste tre specie – la coturnice, la pernice bianca e la lepre variabile – non andrebbero cacciate, anche in base alla Direttiva del Parlamento europeo. Il piano faunistico venatorio deve tenere ben presenti le fragilità che l’attuale panorama ambientale presenta. Siamo altresì contrari alla caccia allo stambecco e al lupo e a favore di tutti gli incentivi volti a ridurre i danni da predazione.
Vogliamo promuovere una cultura rispettosa di tutti gli altri esseri viventi e sostenere quindi ogni azione volta al recupero degli animali in difficoltà, a partire dai cani e gatti abbandonati e randagi. Per la struttura regionale del canile-gattile devono inoltre essere previsti importanti interventi strutturali.
La strategia “Rifiuti Zero” è la nostra bussola per una nuova economia circolare: meno rifiuti, più raccolta differenziata e riciclo, impianti pubblici e territori liberi da discariche e inceneritori, tenendo fede alla svolta che il referendum popolare del 2012 ha segnato. Il sistema volto al recupero di materia deve essere riorganizzato, anche al fine di ripensare alle tariffe puntuali.
Si tratta di disincentivare l’arrivo di rifiuti da fuori Valle, ubicare i siti di smaltimento lontano dai centri abitati e dalle attività agricole, di allevamento e dalle zone protette Natura 2000, di rispettare il principio di precauzione, trasparenza e pubblicità e chiudere definitivamente i siti in cui non è stato rispettato il principio di salvaguardia della salute pubblica. L’ARPA continui l’analisi rigorosa dei materiali conferiti in discarica, attraverso prelievi a campione e a sorpresa e la pubblicazione di tutti i dati di monitoraggio ambientale, della qualità dell’aria, delle acque e del suolo effettuati sul territorio. Da parte nostra continueremo, come facciamo ormai da molti anni, a sorvegliare e denunciare irregolarità e responsabilità in particolare per i siti di conferimento di Pompiod e Chalamy.
Nonostante la crisi epocale che stiamo vivendo, c’è un settore – o meglio un fenomeno che è allo stesso tempo sociale, culturale, sportivo, economico che definiamo turismo: esso presenta il maggior tasso di crescita a livello mondiale. Negli anni ‘50 si registravano 25 milioni di turisti internazionali, oggi sono più di 1 miliardo, fra meno di venti anni saranno 2 miliardi. L’Europa è l’area più visitata al mondo con 600 milioni di turisti; 100 milioni coloro che visitano le Alpi. Un fenomeno in continua evoluzione. Stiamo vivendo il passaggio da forme di turismo di massa a forme molto più articolate, con una moltitudine di persone, di viaggiatori – di livello culturale crescente, sempre più informati, esigenti – alla ricerca durante tutto l’anno di autenticità dei luoghi, con attenzione particolare alla qualità ambientale, alla cura del territorio, all’integrità dei paesaggi, ai valori storici e culturali.
Sul piano temporale stiamo assistendo a un restringimento della stagione invernale, a un allungamento di quella estiva, con la montagna che si candida ad offrire nuove opportunità di benessere, e all’interesse per l’offerta dei fine settimana primaverili (disgelo, rinascita della natura) e autunnali (prodotti della terra, bellezza dei colori autunnali del paesaggio). Per la stagione invernale sono inoltre in crescita gli amanti della montagna ma non dello sci, definiti “Slons” (snow lovers no skiers), dediti alle passeggiate, al relax, attenti alla scoperta del territorio, dei prodotti tipici, dei villaggi.
In tale quadro la Regione Valle d’Aosta deve dotarsi di una politica in campo turistico, infatti fino ad oggi si è puntato essenzialmente sullo sci e la proposta è stata caotica, poco ragionata e legata alle mode del momento. Occorre, pertanto, recuperare il tempo perduto con l’obiettivo di fare turismo tutto l’anno, dove certamente lo sci continuerà a svolgere un ruolo importante, almeno fino a che il cambiamento climatico lo permetterà, ma iniziando a diversificare e a proporre quanto di più autentico la Valle d’Aosta può offrire in tutte le stagioni.
La diversificazione turistica e l’esigenza di puntare ad un salto qualitativo del modo di fare turismo devono essere gli obiettivi da perseguire durante la legislatura, valorizzando tutti i settori coinvolti (agricoltura, artigianato, commercio, cultura…).
Sosterremo quindi con forza scelte e investimenti per lanciare nuovi prodotti turistici, quali: • la ciclovia Baltea che, percorrendo da Chivasso l’intera valle Baltea, si innesti sulla ciclovia turistica VEN-TO, permettendo così di fare il percorso Venezia/Courmayeur in bicicletta; il Cammino Balteo di fondo valle, che dovrebbe anch’esso, in sinergia con il Canavese, raggiungere la confluenza della Dora Baltea nel fiume Po; il circuito dei castelli valdostani, ripensando alcune modalità di accesso, che non è certamente da meno, una volta valorizzato, rispetto ad altri circuiti famosi; l’offerta “Valle d’Aosta accessibile” che accomuni strutture ricettive e fornitori di servizi in uno sforzo di accoglienza inclusiva a tutti i livelli: per le famiglie, per i bambini, per gli anziani, per le persone disabili. Oltre alle strutture alberghiere particolare attenzione deve essere posta alle altre tipologie di accoglienza (case vacanze, locazioni turistiche, campeggi, agriturismi, …) che nel tempo hanno fatto un salto qualitativo nel modo di fare turismo e creato un’offerta turistica più variegata e meno legata alla stagionalità, garantendo accoglienza durante l’arco di tutto l’anno. È per questo necessario promuovere una rete locale dove tutti i soggetti coinvolti siano valorizzati e avviare una semplificazione e sburocratizzazione delle procedure sia per quello che riguarda le destinazioni d’uso sia per gli adempimenti relativi all’imposta di soggiorno..
Va inoltre promossa la scoperta della cultura Walser e del Monte Bianco in treno (mediante anche l’iscrizione di entrambi nella lista del patrimonio Unesco).
Il messaggio che deve arrivare ai visitatori e potenziali visitatori è quello di una Valle d’Aosta facile da raggiungere, accogliente, abitata da persone ospitali, dove ogni incontro riserva una sorpresa, una scoperta, che alimenta i ricordi positivi e che fa venir voglia di ritornare.
La molteplicità di imprese attive nel settore turistico rappresenta certamente un valore aggiunto del turismo valdostano, sia in termini di varietà dell’offerta che di personalizzazione della stessa, ma allo stesso tempo è anche un indice di fragilità del comparto, vulnerabile alle fluttuazioni di mercato e non provvisto degli strumenti (finanziari e organizzativi) per la condivisione di una visione strategica e per il raggiungimento di obiettivi condivisi.
Il turismo valdostano va valorizzato e rafforzato per permettere alle imprese di crescere e di stabilizzarsi e soprattutto per garantire ai lavoratori una migliore e più stabile occupazione. Serve uno sforzo per la promozione di forme di azione collettiva e di cooperazione tra i vari operatori della filiera, tra i rappresentanti di categoria e tra le istituzioni, al fine di favorire lo sviluppo di una strategia condivisa basata sul coordinamento tra gli uffici del turismo (e in generale il settore pubblico) e gli operatori del settore per un più efficiente impiego delle risorse da destinare, ad esempio, a iniziative congiunte di marketing, a pacchetti promozionali, a iniziative condivise come fiere, notti bianche…; sulla cooperazione tra le imprese, per dividere i costi, per operare congiuntamente e strategicamente sul mercato, per aumentare la capacità di investimento e di stabilizzazione dei lavoratori, per sviluppare nuove funzioni e competenze condivise; sulla collaborazione tra livelli istituzionali, per una normativa più coerente e per la promozione e il rafforzamento di forme di associazionismo e rappresentanza che sappiano dare risposte unitarie a problemi simili.
Per questo occorre incentivare e promuovere gli strumenti di messa in rete delle realtà economiche, a seconda del grado di necessità effettiva degli operatori: consorzi, cooperative, contratti di rete e forme di aggregazione di impresa sono strumenti che garantirebbero un aumento delle esternalità positive sul territorio, derivanti da una maggiore capacità di spesa e dalla possibilità di allargare il campo della visione strategica del comparto.
Andrebbero poi rafforzate le rappresentanze dei lavoratori del settore, creando così gli strumenti per un coinvolgimento effettivo dei lavoratori impegnati nel turismo. A questo proposito occorre integrare gli strumenti di sostegno al reddito dei lavoratori prevedendo forme di continuità reddituale per i lavoratori stagionali specifiche per la realtà valdostana, da associare a specifici programmi di formazione e riqualificazione per un potenziamento delle competenze dei lavoratori.
Nell’ottica di un turismo di qualità vanno tutelati e promossi i prodotti tipici valdostani (i salumi, i vini, i formaggi e le eccellenze locali) come elementi identitari e risorse economiche strategiche. È importante sostenere i produttori con strumenti di valorizzazione, certificazioni di qualità e canali di promozione mirati, anche attraverso il turismo enogastronomico, e integrare i prodotti tradizionali nell’offerta turistica, creando percorsi che uniscono cultura, territorio e gastronomia. La qualità deve essere riconoscibile attraverso un Marchio, riservato agli alimenti di origine controllata e di qualità certificata, prodotti agricoli e alimentari che si collocano per qualità decisamente al di sopra degli standard previsti dalla legge.
La casa è un diritto e non una merce, ma il tema casa deve essere affrontato a 360° . La Valle d’Aosta, secondo i dati Istat, nel 2021 aveva oltre 75000 case non occupate. Per questo proponiamo di intervenire per un grande piano di recupero dell’edilizia esistente, pubblica e privata, anche attraverso un censimento degli immobili vuoti, e la promozione di una vera politica di consumo del suolo zero.
Occorre aumentare la disponibilità di alloggi a prezzi accessibili, riformare l’edilizia residenziale pubblica, garantire l’offerta di affitti sostenibili, favorire la residenza nei borghi montani al fine di tenerli vivi contrastando lo spopolamento.
Il diritto all’abitare va promosso tramite apposite politiche fiscali, urbanistiche e di edilizia popolare.
La pianificazione urbanistica e il governo del territorio devono tornare in capo ai Consigli comunali. L’attuale regime di deroghe favorisce la speculazione edilizia, lasciando i Comuni senza servizi adeguati. L’urbanistica va resa partecipata: cittadinə, comitati e associazioni devono sempre avere voce nei progetti che trasformano il territorio, pertanto diciamo stop al piano casa e alle deroghe regionali.
Per una mobilità davvero sostenibile occorrono investimenti concreti e lungimiranti per il trasporto pubblico con mezzi meno inquinanti. Chiediamo di tener fede ai tempi preventivati per il rilancio della ferrovia elettrificata Aosta-Torino con tempi di percorrenza ridotti, il ripristino della tratta Aosta-Pré-Saint-Didier e una rete efficiente di trasporti pubblici in tutte le vallate della regione.
Deve essere pianificato il passaggio delle merci nelle nostre Alpi soprattutto tramite ferrovia.
I trasporti devono essere accessibili, gratuiti per giovani e categorie fragili, coordinati e integrati.
Il servizio “Allo Nuit” va esteso a tutto il territorio regionale.
Proponiamo più piste ciclabili progettate con reale attenzione alle esigenze del territorio, più mobilità condivisa, più servizi su chiamata nelle aree periferiche.
Chiediamo la revisione delle convenzioni autostradali per abbassare i proibitivi pedaggi.
Siamo assolutamente contrari al raddoppio del Tunnel del Monte Bianco in quanto infrastruttura insostenibile in un ambiente unico e fragile da tutelare con responsabilità.
Non riteniamo altresì opportuno alcun raddoppio del tratto autostradale in Bassa Valle.
Va abbandonato, per motivi di sicurezza, il faraonico progetto di un aeroporto commerciale che ha già drenato importanti risorse collettive. Lo stesso deve essere riutilizzato per attività di soccorso e protezione civile e di volo da diporto sportivo, puntando alla creazione di un centro internazionale di volo a vela.
Sottolineiamo che il servizio antincendio attualmente esternalizzato in via sperimentale non solo ha aumentato i costi, ma ha messo da parte professionalità formatesi negli anni.
Va realizzato con urgenza un collegamento sicuro per Cogne, anche valutando il riutilizzo e la messa a norma della galleria del Drinc.
La Valle d’Aosta per cui ci spendiamo è antifascista, inclusiva e antirazzista. Vogliamo che entri subito in vigore la legge regionale, alla quale abbiamo alacremente lavorato, sui diritti civili per tutte e tutti. Difendiamo i diritti LGBTQIA+, il riconoscimento delle famiglie arcobaleno e delle identità trans e non binarie.
Il contrasto alla violenza maschile sulle donne deve essere una preoccupazione costante: servono finanziamenti certi per i centri antiviolenza e per gli alloggi di prima e seconda accoglienza per le donne e i figli vittime di violenza e interventi per l’educazione sentimentale nelle scuole oltreché servizi per la rieducazione dei violenti e una formazione mirata per tutti gli operatori.
Va impedita ogni forma di propaganda antiabortista nei luoghi pubblici e modificate le procedure attuali presso le strutture del territorio e del Bearegard per evitare le critictà registrate in questi anni e la separazione dei percorsi tra le donne in gravidanza..
La parità di genere e il contrasto a qualunque forma di discriminazione vanno promossi in qualsiasi ambiente di vita e di lavoro attraverso politiche educative e rieducative e ogni iniziativa politica, culturale e sociale volta al raggiungimento di questo fondamentale obiettivo.
La legge elettorale con la quale stiamo andando al voto è profondamente iniqua. In particolare, la doppia preferenza di genere è uno strumento imprescindibile da porre al centro del dibattito sulla prossima legge elettorale. Ci adopereremo per apportare le seguenti modifiche: possibilità di esprimere una seconda preferenza solo se di genere diverso; presenza in lista di almeno il 40% di uno dei due generi; elettorato passivo elevato a 18 anni; abbassamento della soglia di sbarramento al conseguimento di un seggio pieno; riduzione a 300 del numero delle firme necessarie per presentare una lista.
I diritti civili e quelli sociali nella nostra lotta non possono mai essere disgiunti, ma risultano sempre profondamente legati e si devono concretizzare in politiche fiscali eque ed egualitarie che tengano conto delle reali possibilità economiche di ciascuno.
La lotta alla discriminazione passa da politiche attive con servizi specifici dedicati all’inclusione di persone migranti, persone senza cittadinanza, richiedenti asilo.
Vogliamo una Regione aperta, digitale e partecipata. Ogni persona deve poter accedere facilmente e in tempi rapidi ai dati pubblici pur nel rispetto della legge sulla privacy, poter capire il bilancio, monitorare l’operato dell’Amministrazione.
La riforma degli Assessorati deve puntare a maggiore trasparenza e competenza.
Va contrastata la sfrontata e irrispettosa ricerca di privilegi da parte di tutti gli amministratori della cosa pubblica, a partire da una attenta rivalutazione dei loro emolumenti e delle indennità dei Consiglieri regionali.
Proponiamo uno sportello digitale unico per l’accesso ai servizi, rinnovate campagne di alfabetizzazione digitale e sostegno alla stampa libera locale. La democrazia si costruisce ogni giorno, anche con e attraverso la tecnologia.
In ogni ambito del vivere civile vanno promosse forme di cittadinanza attiva volte a sviluppare coscienza civica per la gestione dei beni comuni, con l’obiettivo cardine di una piena attuazione della Costituzione italiana e dei valori imprescindibili dell’Antifascismo e della Pace. A tal fine deve essere rivalutato il ruolo dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta nella promozione di una seria e rigorosa Memoria collettiva.
Siamo europeisti ed europeiste convinte. L’Europa delle Alpi è la nostra casa politica e culturale. Vogliamo dare il nostro contributo per la costruzione di un’Europa di pace, schierata per la difesa dei diritti universali.
Lavoriamo perché la Valle d’Aosta diventi protagonista della cooperazione transfrontaliera, favorendo maggiormente il superamento delle frontiere, sfruttando appieno i fondi Interreg e sviluppando politiche comuni con le regioni alpine italiane, francesi e svizzere.
Rafforziamo il bilinguismo e promuoviamo il multilinguismo attraverso collaborazioni e scambi tra i territori transfrontalieri ed europei e, allo stesso tempo, valorizziamo il patois in tutte le sue varianti: facciamo della nostra Autonomia un esempio per un’Europa più democratica, accogliente, solidale, rispettosa delle minoranze e federale.