Vda aperta presenta l'alternativa alla Telecabina Pila-Couis per cui non si è voluto un confronto
Il 16 maggio scorso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione l'accordo di programma tra la Regione, il Comune di Gressan e la Pila spa per la realizzazione del nuovo impianto di risalita Pila-Couis e le opere accessorie, tra cui il mega-ristorante alla Platta de Grevon. Un'opera che ha raggiunto il costo di 57 milioni e per cui non solo non si è voluto nessun confronto, ma nemmeno sono state prese in considerazione le varie osservazioni poste durante la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.
Giovedì 8 giugno, alle 20h30, presso la sala dell'Hotel des Etats di Aosta, VdA Aperta, in collaborazione con Guido Regruto, già direttore del comprensorio di Pila, invita tutte e tutti a partecipare ad un incontro pubblico intitolato "Telecabina Pila-Couis, due visioni a confronto".
Nella serata faremo conoscere l'altra “visione” del progetto, quello nascosto, per comprendere meglio come si poteva intervenire impiegando meno risorse e ottenendo risultati migliori sia per quello che riguarda l'impianto sia per il punto ristoro. Ancora una volta ci troviamo costretti a portare le nostre idee e quelle dei cittadini fuori dal Palazzo perché la politica dei NO a prescindere e dell'arroganza non lascia spazio al confronto.
🏔 Valle d’Aosta aperta sostiene il Comitato “Insieme per Cime Bianche”, finalizzato all'attività di difesa del Vallone di Cime Bianche, messo a rischio da un aggressivo progetto di collegamento funiviario che ne minerebbe irrimediabilmente il grande valore naturalistico.
A tal fine rilanciamo il link al fundraising disponibile sulla piattaforma “Produzioni Dal Basso”. Al seguente link si viene reindirizzati alla pagina del fundraising che contiene tutti i riferimenti utili: sostieni.link/33853
Il Vallone, per il suo riconosciuto pregio, fa parte della Zona di Protezione Speciale “Ambienti Glaciali del Gruppo del Monte Rosa” (IT1204220), integrata nella rete europea NATURA 2000 ed è protetto da plurimi livelli di normativa.
L'obiettivo è quindi, in questa fase cruciale per le sorti del Vallone delle Cime Bianche, quello di raccogliere risorse per organizzare la sua difesa, anche legale.
Valle d’Aosta aperta invita tutti coloro che hanno a cuore la conservazione del Vallone delle Cime Bianche, ma più in generale il destino delle nostre montagne e dell’ambiente, nonché tutti coloro che, come cittadini italiani ed europei, richiedono il rispetto delle norme condivise, a dare il proprio contributo, e a diventare ancora una volta parte attiva ed integrante di questa grande campagna di tutela di una delle ultime zone incontaminate delle nostre Alpi.
Il Vallone ha bisogno di tutti noi e tutti noi, in cordata, possiamo fare la differenza.
Valle D’Aosta Aperta esprime vicinanza alle popolazioni dell’#EmiliaRomagna colpite dall’alluvione, il nostro più sentito cordoglio alle famiglie delle vittime e dei dispersi.
La giornata di oggi getta tutti e tutte nello sconforto e nel dolore; non appena le giornate di emergenza finiranno sarà doveroso, da parte del #Governo intraprendere azioni di sostegno ma, soprattutto, politiche che supportino e proteggano il nostro Paese, così tanto fragile dal punto di vista idrogeologico e continuamente esposto ai cambiamenti climatici. Servono scelte politiche coerenti con la crisi ambientale nel breve e nel lungo termine: stop alla cementificazione, sostegno alle rinnovabili e messa in discussione di un sistema di produzione e consumo delle merci ormai insostenibile.
DUE VISIONI DIVERSE DELLA GESTIONE DEL TERRITORIO: LIBERISMO E PIANIFICAZIONE.
Il governo regionale continua a non voler intervenire sulle norme urbanistiche, lasciando sopraffare le logiche del profitto e della speculazione rispetto a quelle della tutela del paesaggio, della qualità dei servizi e degli interventi sui contribuenti. Prima di costruire nuova volumetria, bisogna pensare ai servizi e alle infrastrutture, come acquedotto, linee elettriche e fogne.
Dopo 10 anni di Piano Casa e Piano Alberghi, Valle d'Aosta Aperta chiede di aprire un confronto urgente per la revisione della normativa.
I casi del condominio a 9 piani di Cervinia e quello a 5 dell’Arco d’Augusto ad Aosta sono una spia dell'ennesima crisi.
Le norme regionali, che consentono volumi importanti, derogano infatti i Piani regolatori. In una logica di massimizzazione degli interventi si amplia in altezza, si prevedono grandi terrazze e si chiedono deroghe rispetto alle coperture dei tetti e alle destinazioni d'uso.
Il nostro non è solo un richiamo al rispetto della Costituzione, che assegna ai Comuni il governo del territorio, ma un appello ad affrontare un’emergenza concreta rispetto al paesaggio e al carico insediativo. Abbiamo fatto esplodere le abitazioni senza preoccuparci delle opere di urbanizzazione primaria. Su tutto incombe inoltre il cambiamento climatico e in particolare la crisi idrica.
La norma, soprattutto nei comuni turistici, più che promuovere l'edilizia familiare e il risparmio energetico, pare invece spingere la speculazione edilizia delle seconde case, consentendo interventi di ampliamento spinti al massimo della possibilità, al fine di massimizzare anche la rendita immobiliare.
La legge prevedeva un monitoraggio pubblico dell'attuazione della norma, ma sul sito regionale non c'è nulla. I dati da noi recuperati, descrivono situazioni in cui in 10 anni alcuni Comuni non hanno fatto interventi (ci pare strano e controlleremo), mentre altri, come Courmayeur, arrivano alla spettacolare cifra di oltre 100.000 metri cubi aggiuntivi in 10 anni. Senza contare gli alberghi. Ad Aosta, siamo arrivati a 72mila metri cubi aggiuntivi.
Valle d'Aosta Aperta lavora ad una proposta di modifica della norma che presenterà a seguito di un confronto con gli altri attori interessati: i Comuni, gli ordini professionali, le associazioni ambientaliste e le categorie socio economiche. Come precisato anche dalla Corte Costituzionale, non si può aspettare la revisione del Piano Territoriale Paesistico, approvato 20 anni fa e nemmeno attuato in tutti i comuni. Nell'attesa di tale aggiornamento, risulta opportuna una norma di salvaguardia e un ritorno all'ordinario, che garantisca ai Comuni le risorse - economiche, umane e temporali - necessarie per un adeguamento delle proprie reti infrastrutturali.
CIME BIANCHE: TUTTA LA VERITÀ SULLO STUDIO DI FATTIBILITÀ
Vuoi conoscere cosa c’è nelle 5000 pagine dello studio di fattibilità? Cosa non ci dicono e soprattutto perché è un progetto non-sense?
Parleremo di questo e altro Venedì 12 Maggio, alle 20.45 presso la sala conferenze BCC.
La battaglia per il Vallone. 150 milioni di motivi per salvare le Cime Bianche:
Vda aperta e progetto fotografico “L’Ultimo Vallone Selvaggio” di Varasc.it. In Val d'Ayas dal 2004 presentano lo studio di fattibilità.
🚡 Il progetto di fattibilità per la funivia di Cime Bianche è arrivato in Consiglio regionale e, dopo le anticipazioni propagandistiche, si può finalmente iniziare un attento lavoro di analisi. Il confronto su questa grande opera va aperto a tutta la cittadinanza e reso trasparente: in gioco, oltre all'ambiente che vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti, c'è anche il dispendio di grandi cifre del bilancio regionale.
📅 Venerdì 12 maggio, alle 20h30, presso la sala BCC di Aosta, VdA Aperta, in collaborazione con il progetto fotografico “L’Ultimo Vallone Selvaggio. In difesa delle Cime Bianche”, invita tutte e tutti a partecipare ad un primo incontro pubblico intitolato “La battaglia per il Vallone. 150 milioni di motivi per salvare le Cime Bianche”.
🏔 Nella serata faremo conoscere l'altro “versante” del progetto, quello nascosto, per comprendere adeguatamente l'impatto che tale impianto avrebbe sulla nostra comunità. Il rischio di veder spesi 150 milioni di euro d'investimento pubblico e il pericolo di scempio ambientale in una zona protetta ci impongono di portare il confronto fuori dal Palazzo.
La Commissione paritetica di nomina regionale conferma la sterzata a destra dei Colonnelli dell’UV.
Ormai è chiaro che le dimissioni di Lanièce e Bressa servivano a liberare posti, per completare la spartizione di poltrone da parte della maggioranza Testolin.
In cambio del sostegno alla Giunta, il gruppo di Rollandin ha avuto anche questa nomina, oltre all'assessorato all'agricoltura. Bertin e Padovani che sull'anti rollandinismo hanno fatto la loro fortuna politica lo hanno votato. Usando le parole del neo eletto: sono proprio Bertin e Padovani le persone “double-face”. Più trasparente Marguerettaz nel riconoscere un ruolo chiave a Rollandin (lo stesso che con ignominia è stato messo al bando dall’UV).
Il prof. Marini è un professionista qualificato, ma anche il consigliere giuridico della Presidente Meloni. Si tratta dell'ennesimo segnale di corteggiamento degli autonomisti all'attuale Governo di estrema destra. Il PD locale dimostra, per l'ennesima volta, di essere un fantasma in questa giunta e in questa maggioranza, completamente passivo e servile, non solo verso i suoi partner politici unionisti ma anche nei confronti della destra.
Tutto questo sulla testa dei cittadini, che aspettano da tempo risposte adeguate dalla Paritetica su argomenti importanti come le concessioni idroelettriche, il Conservatoire o l'equiparazione dei Vigili del fuoco e del Corpo forestale valdostano. Si conferma la svolta a destra della maggioranza Testolin, con il PD ormai allo sbando politico.